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al testo di Valeria Bianchi Mian
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Storia nera a Torino. Segreti di famiglia. Annoto e annodo le memorie perdute dal patriarca, Arturo Colzi, re del cioccolato. Demenza vascolare o 'quadro misto' precipita il vecchio nell'oblio. Parto dal suicidio e ripercorro la trama del perché e del come, del dove e del quando si è perso il nesso con Aisha, italo-tunisina, donna appena abbozzata, ballerina alla prima mestruazione. Seguo la dipendenza affettiva e da sostanze di una irriducibile Cinzia Trapani, e le paure di Lucia, assistente rumena. Colgo suo figlio mentre gioca alle macchinette credendo di poter smettere quando vuole. Osservo Riccardo, figlio di Arturo, transitare dalle dark room alle chat gay, sognando l'amore vero con un mulatto parigino, uno di quelli che sua nonna avrebbe bollato con una frase lapidaria: "Il cioccolato è l'unico nero che entrerà nel nostro salotto". La ribellione di Riccardo, la colpa di tutti, i morti e i vivi li ho scritti nella danza con la Nera Signora. Fino a scoprire (sorpresa io stessa!) che ruolo aveva l'immaginario piemontese in tutta questa faccenda. Il mio romanzo si intitola "Non è colpa mia" (Golem Edizioni, 2018). Lo si trova in tutti gli store online e nelle librerie, ordinandolo. Di mestiere faccio la psicoterapeuta. Ho lavorato nella 'bassa soglia', nelle comunità per il recupero dei tossicodipendenti, con la gente di strada e con quelli che puntano al cielo. Credo di averne raccontato le gesta con cognizione di causa. Lo credo. Ai lettori l'ardua sentenza. |
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